17 Maggio – Giornata mondiale contro l’omo-bi-transfobia 2021

Oggi è la giornata mondiale contro l’omobitransfobia (IDAHOBIT) e il DDL Zan, che punisce chi commette crimini d’odio con questo movente, ancora non è legge. Se ne sta discutendo, si sta lottando nelle piazze per far sì che la politica ci ascolti e capisca che il tempo è scaduto e che nel 2021 non è possibile leggere nei giornali o sentire al tg di aggressioni a sfondo omofobo o transfobico e che quasi sicuramente rimarranno impunite. Non è possibile parlare di legge liberticida se si considera l’odio un’opinione. L’unica libertà repressa qui è quella di chi non può amare o esprimere la propria identità di genere per strada senza essere insultato o picchiato. E non nascondiamoci dietro i bambini e le questioni delle famiglie, perché se insegnare ai propri bambini che odiare chi ama una persona dello stesso sesso, o chi non si identifica nel proprio genere e intraprende un percorso per cambiarlo, il problema siete voi non la comunità LGBTQ+ e un po’ di terapia non vi farebbe male, perché evidentemente avete dell’odio represso che non sapete come gestire e risolvere.

Nel mio piccolo, vorrei consigliarvi qualche film, serie tv e libro che possa essere d’aiuto per aprire qualche porticina di chi ha la mente ancora chiusa, o che possa far sentire a casa chi è parte della comunità.

Ed eccomi qui a suggerirvi qualche bellezza arcobaleno.

Fonte immagine: May17.org
Continua a leggere

Zero – L’invisibile diventa visibile

È uscita il 21 aprile su Netlix, Zero, la serie composta da 8 episodi di circa 30 minuti e liberamente ispirata dal libro Non ho mai avuto la mia età di Antonio Dikele Distefano, il quale insieme a Menotti ne ha curato la scrittura.

Io l’ho guardata in due giorni e l’ho trovata molto originale, innovativa e soprattutto rappresentativa soprattutto per molti ragazzi di seconda generazione che oggi ancora non hanno visibilità in diversi ambiti e sono di fatto invisibili ma che con questa serie sono ben visibili e protagonisti della loro storia, anzi fumetto, e con i loro superpoteri.

Scopriamola insieme.

Continua a leggere

The Sinner – il thriller antologico in stile whydunit

Una serie che merita di essere recuperata è sicuramente The Sinner che avevo messo nella mia lista Netflix e che ho recuperato nel giro di 4 giorni – 8 episodi la prima stagione e 8 la seconda – , da quanto è avvincente. Si tratta di una serie thriller antologica – quindi ogni stagione ha al centro una storia ed un caso diversi – la cui prima stagione è tratta dal libro omonimo di Petra Hammesfahr.

Per ora possiamo vedere su Netflix solo le prime 2 stagioni mentre la terza – negli USA è andata già in onda a febbraio 2020, in Italia il Covid-19 ne ha rallentato il doppiaggio, ed è andata in onda sul canale Premium Crime a settembre 2020 – ancora non si sa quando sarà disponibile sulla piattaforma insieme alle altre due.

Il genere è thiller psicologico e utilizza l’espediente narrativo whydunit o whydunnit: sappiamo già chi è il colpevole, lo vediamo subito commettere il crimine, ma la domanda che ci attanaglia e attorno al quale ruota ogni stagione è il perché, perché lo ha fatto? Cosa lo ha spinto ad uccidere quella persona?

Il titolo, che in italiano sarebbe Il peccatore, ha un certo riferimento religioso, una sorta di richiamo ad una morale scritta, ma che in un certo senso fa parte anche dello stesso peccatore, che però funge da inibizione, condizionamento, fa parte di loro nel bene o nel male.

La sigla invece è già un chiaro riferimento alla matrice psicologica della serie, perché vediamo scorrere immagini che somigliano al test delle macchie di Rorschach che poi, come nell’immagine qui sotto, vanno a formare il ritratto del volto del protagonista/peccatore. Brevemente, il test di Rorschach è utilizzato in psicologia e psichiatria per indagare e capire che personalità ha il soggetto analizzandone il tipo di disagio affettivo, il pensiero, la sua lettura della realtà grazie a delle tavole che hanno delle macchie nere simmetriche. E in un certo senso è questo ciò che cerca di fare il detective Harry Ambrose, l’unico personaggio ricorrente nelle stagioni e che ha anche lui le sue luci e ombre.

Ma andiamo a vedere quali sono le storie al centro della prima e della seconda stagione.

Continua a leggere

I Care A Lot – La truffa dal sorriso convincente

Scorrendo il catalogo Prime Video, qualche settimana fa, mi sono imbattuta nella thumbnail di un nuovo film Amazon Original, I Care a Lot, con Rosamund Pike con caschetto biondo e occhiali da sole e Peter Dinklage con barba e codino: già visti così non promettono nulla di buono. Rosamund ci ha già dato prova che i ruoli da badass le riescono maledettamente bene in Gone Girl – film tratto dall’omonimo romanzo di Gillian Flynn – in cui cerca di incastrare della sua scomparsa e del possibile omicidio il marito, interpretato da Ben Affleck. Mentre Peter con quegli occhioni azzurro ghiaccio ma dallo sguardo tenero lo abbiamo conosciuto tutti come Tyrion Lannister in Game of Thrones, il terzo fratello Lannister astuto ma forse con più buon senso e capacità di scendere a compromessi dei gemelli Jamie e Cercei. E in un certo senso, in questo film, il carattere dei loro personaggi migliori non è tanto diverso.

Vi dico solo queste parole: truffa legalizzata. Amerete l’astuzia ma odierete i motivi del personaggio di Rosamund e ora vi racconto un po’ di che si tratta.

Continua a leggere

Read a book! – “Fino a quando la mia stella brillerà” di Liliana Segre

Da oggi si inaugura una nuova rubrica del blog dedicata ai libri, Read a book!, con le recensioni di quelli che mi sono piaciuti, che ho letto di recente o che comunque meritano attenzione, siano essi dei saggi o dei romanzi.

Il primo libro che apre la rubrica è Fino a quando la mia stella brillerà di Liliana Segre pubblicato per la prima volta nel 2015 ma che ho avuto modo di scoprire e leggere solo recentemente, in occasione della Giornata della Memoria, il 27 gennaio. Liliana Segre è testimone della Shoah dal 1990 e insieme alla giornalista e scrittrice Daniela Palumbo ha raccontato nero su bianco la sua storia, dalla spensieratezza dell’infanzia alla dura e crudele realtà del campo di concentramento di Aushwitz-Birkenau alla sola età di 13 anni.

Ma vediamo la sua storia e com’è stata raccontata.

Continua a leggere

Bombshell – Lo scandalo FOX pre #MeToo

Prima del caso Weinstein e della nascita del movimento #MeToo, un grande scandalo di molestie sessuali ha coinvolto l’emittente televisiva americana FOX nel 2016: Gretchen Carlson decide di denunciare il presidente e CEO di Fox News, Roger Ailes, per molestie sessuali sul posto di lavoro e dopo di lei anche altre 23 donne trovano il coraggio di fare lo stesso.

Questa è la storia vera raccontata in Bombshell, un film che sarebbe dovuto uscire nei cinema nel 2020, ma il Covid-19 ne ha bloccata la proiezione, per questo lo trovate ne catalogo Amazon Prime Video. Le protagoniste e vittime, come vedete nel poster sottostante, sono Charlize Theron nei panni di Megyn Kelly, una delle conduttrici più note di Fox News, Nicole Kidman nei panni di Gretchen Carlson, conduttrice che da Fox News viene trasferita a Fox and Friends, e Margot Robbie nei panni di Kayla Pospisil, ragazza giovane e ultima arrivata che lavora al fianco di Gretchen.

Ma vediamo nel dettaglio il corso degli eventi.

Continua a leggere

The Wilds – un malato esperimento sociale

The Wilds è la nuova serie Amazon Original uscita a dicembre creata da Sarah Streicher che ha catturato la mia attenzione già dal trailer trasmesso anche in tv. Devo dire che mi ha tenuta incollata fino alla fine, per tutti e 10 gli episodi e l’ho divorata in 3 giorni. Al centro della trama ci sono 8 ragazze, nel pieno della loro adolescenza, con storie difficili che si ritrovano sullo stesso aereo diretto alle Hawaii per partecipare, su suggerimento dei genitori, ad un campeggio che le aiuterà a disconnettersi dalla loro realtà per connettersi con loro stesse. The Dawn of Eve promette empowerment femminile e sarà un’esperienza che cambierà le loro vite. Certo, ma non come loro si aspettano.

Vediamo nel dettaglio di cosa parla.

Continua a leggere

#BlackLivesMatter – la docu-serie When They See Us

Con questo articolo mi piacerebbe iniziare un’altra tematica che mi sta a cuore, oltre a quella arcobaleno LGBTQ+, la lotta contro il razzismo rappresentata dal movimento Black Lives Matter (in italiano “le vite dei neri contano”). Mi piacerebbe raccontarvi e recensirvi alcune serie o film che affrontano in modo vero ed empatico cosa significa essere neri e vivere sulla propria pelle discriminazioni e violazione dei propri diritti quotidianamente. Ma prima di raccontarvi la miniserie When They See Us, tratta da una storia vera, vorrei brevemente parlarvi del movimento BLM.

Il movimento Black Lives Matter nasce nel 2013 a seguito della morte del 17enne afroamericano Trayvon Martin per mano del poliziotto George Zimmerman a Sanford, Florida, nel febbraio 2012. Il ragazzo stava semplicemente camminando per strada all’uscita da un negozio ed indossava una felpa con il cappuccio che gli copriva la testa, come faceva spesso. Il poliziotto che quel giorno era di ronda nel quartiere lo vide e lo reputò un soggetto sospetto, lo segnalò in centrale, ma, senza aspettare l’arrivo dei colleghi, decise di intervenire comunque, sparandogli. Nonostante il poliziotto, durante il processo, avesse ammesso di aver sparato a Trayvon, non fu condannato ma dichiarato non colpevole, perché si sarebbe trattato di legittima difesa. Da quel momento cominciarono manifestazioni per la giustizia di Trayvon e sui social si diffuse l’hashtag #BlackLivesMatter e successivamente nacque l’associazione attivista Black Lives Matter in difesa dei diritti umani e civili degli afroamericani e contro ogni forma di razzismo e violenza perpetrati soprattutto dalla polizia.

Quest’anno, nel 2020, manifestazioni al grido del Black Lives Matter e del No Justice No Peace sono tornate a riempire le testate dei giornali, i servizi dei media e i social a seguito della morte di George Floyd avvenuta il 25 maggio a Minneapolis per mano del poliziotto Derek Chauvin, coperto da altri due polizotti, che ha soffocato l’uomo con la manovra del ginocchio sul collo, nonostante per 8.46 minuti George supplicasse e gridasse “I can’t breathe” (“Non respiro”). Il tutto è partito da una segnalazione di un negozio in cui George aveva comprato le sigarette perché pare avesse pagato con delle banconote false (forse inconsapevolmente). I poliziotti lo hanno fermato mentre era in auto e gli eventi sono poi tragicamente degenerati. Grazie ai video che hanno fatto il giro del web, si sono potuti identificare i poliziotti presenti, che sono stati inizialmente sospesi dal servizio, successivamente Derek Chauvin è stato condannato per omicidio di terzo grado e omicidio involontario – ora libero su dopo aver pagato una cauzione di mentre gli altri licenziati milione di dollari in attesa di processo – gli altri sono stati licenziati, accusati di complicità ma anche loro in libertà vigilata dopo aver pagato una cauzione di 750mila dollari.

Alla base di questi omicidi c’è chiaramente il razzismo da parte dei poliziotti bianchi che sfruttano il proprio potere contro le persone nere, ritenendole automaticamente colpevoli di qualsiasi crimine sulla base del colore della loro pelle. Ed è esattamente questo che è accaduto a cinque ragazzini (Korey Wise, Kevin Richardson, Raymond Santana, Yusef Salaam e Antron McCray) che nel 1989 sono stati accusati di aver picchiato e stuprato una donna che stava facendo jogging in Central Park, a Manhattan. Il loro caso è stato chiamato il Central Park Jogger Case e loro cinque i Central Park Five.

Ma vediamo nello specifico come Ava DuVernay ha deciso di raccontare la loro storia nella serie Netflix When They See Us.

Continua a leggere

Viola di Mare

La settimana scorsa ero sul catalogo di Amazon Prime alla ricerca di qualche film con storie LGBTQ che già non avessi visto e ho trovato Viola di Mare. È un film del 2009 tratto dal romanzo Minchia di re di Giacomo Pilati che racconta la storia vera di Angela (Valeria Solarino) e Sara (Isabella Ragonese). Con viola di mare o, in siciliano, minchia di re ci si riferisce ad un pesce, la donzella: è ermafrodito, nasce maschio, diventa femmina per deporre le uova e ritorna maschio. Una citazione dal libro, che compare anche a fine film chiarisce anche il perché della scelta di questo titolo che racchiude la storia di Angela e Sara:

«La viola è un pesce e lo ha voluto Dio. Quando è maschio si chiama minchia di re. Per amore diventa femmina e ha i colori del fiore. Torna di nuovo maschio dopo che l’acqua si è presa le sue uova.»

Ma vediamo di cosa parla.

Continua a leggere

Parasite – chi sono i veri parassiti della società, i ricchi o i poveri?

Dal 7 maggio Sky e NowTV hanno trasmesso in tv e poi reso disponibile sulle loro piattaforme on demand il pluripremiato (4 Oscar, 1 Palma d’oro, 1 Golden Globe e 1 David di Donatello sono alcuni) Parasite. I social, in particolare twitter, sono divisi, tra chi lo apprezza in ogni sua parte e lo capisce e chi invece lo ritiene pessimo dalla regia alla sceneggiatura. Personalmente non avevo avuto modo di guardarlo al cinema quando uscì, perciò ho pensato di recuperarlo su NowTv per capire di cosa tutti stessero parlando, anche a seguito della recente premiazione ai David di Donatello come Miglior film straniero 2020. Premetto che non sono un’esperta di cinema, ma ho pensato di proporvi il modesto parere e l’umile analisi di una che l’ha visto, l’ha capito e l’ha apprezzato.

Continua a leggere